Lorella Pierdicca,

Space, 2007

 

 

 

Lorella Pierdicca,

Morespace, 2007

Lo studio degli oggetti celesti ha da sempre suscitato un profondo interesse nell’uomo, basti pensare ai primi filosofi cosmogoni dell’antica Grecia, oppure agli importanti ritrovamenti di astroarcheologia (ad esempio Stonehenge). Per poter aumentare sempre di più la nostra fame di conoscenza su ciò che ci circonda, si è da sempre pensato di progettare, e quindi utilizzare, gli strumenti necessari per comprendere la natura del nostro universo, ed in particolare come esso si è formato ed evoluto fino ai nostri giorni.

La “corsa” verso strumenti sempre più potenti è dettata dalla necessità di osservare sorgenti sempre più deboli, che, nel caso delle galassie, sono in generale anche le più lontane (la luminosità diminuisce come il quadrato della distanza). Inoltre, la luce ha una velocità di 300000 Km/s, perciò oggetti più lontani sono anche quelli “più giovani”, in altre parole, è come fare un’istantanea delle galassie a mano a mano più giovani: in questo modo è possibile risalire alla storia del nostro universo.

All’inizio del 1600, grazie allo sviluppo dei già esistenti cannocchiali condotto dal celebre scienziato Galileo Galilei, la ricerca astronomica ha fatto il primo grande passo avanti nello studio degli oggetti celesti. Con il primo “telescopio”, Galileo è stato in grado di scoprire i quattro satelliti maggiori del pianeta Giove ......                                            

 

 
 

 

 

 

 

 

 
       
 

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