IL TEMPO COME MISURA

SOSTANZIALE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Alta velocità, l’imperativo dei tempi moderni ovvero di tutti i tempi, l’assillo di qualsiasi uomo frettoloso, intraprendente, che giudica il tempo come misura sostanziale della propria esistenza e che desidera il tempo, quasi fosse uno strumento, per prolungare qualche beneficio, ritardare l’incertezza, opinare il futuro. Qualsiasi velocità in qualsiasi epoca si è rivelata prima o poi insufficiente: oggi lo è stupendamente. Nulla che abbiamo, nulla che siamo è adeguato, occorre di più e tanta parte di quanto mancherebbe è un desiderio forse irrealizzabile o una aspirazione che non è espressione più o meno chiara della nostra personalità e allora, del tutto inutile. Ma se esiste una idea di alta velocità deve esistere qualcosa che concretamente è simile e che dilata la nostra insoddisfazione. Nella nostra vita non abbiamo che la possibilità di scegliere, invero, meno possibilità e più necessità, la scelta che non determina quasi mai nulla, contrariamente alle nostre aspettative, se non un cambiamento superficiale.
Tutto ciò alimenta la nostra disponibilità a credere nella inevitabilità, oltre che nella possibilità, di disporre del tempo, come di qualsiasi altro bene. Ma la nostra è una condizione tragica e ridicola contemporaneamente: rincorriamo a velocità sempre più alte ciò che di velocità non ne ha nessuna.

 

[...] il tempo, quasi fosse uno strumento,

per prolungare qualche beneficio,

ritardare l’incertezza,

opinare il futuro.

Foto DANILO COGNIGNI

   

 

 

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